Affascinanti, misteriose, eleganti. Le isole Comore offrono un’atmosfera magica in cui si respirano atmosfere francesi, arabe ed africane tra paesaggi neri di lava e bianchi di sabbia finissima. Quattro paradisi in parte sconosciuti con un universo subacqueo da Jurassic Park. Si chiamano Grande Comore, Mayotte, Anjouan e Mohéli: sono le quattro isole che costituiscono l’arcipelago delle Comore. Tre di queste (Grande Comore, Anjouan e Mohéli) formano la Repubblica Islamica Federale delle Comore. La quarta (Mayotte) è un possedimento francese. Siamo all’imboccatura settentrionale del Canale del Mozambico tra l’Africa e la costa Nord-occidentale del Madagascar. Un angolo di paradiso, eppure ancora sconosciuto ai più e, per questo, ancora non sfruttato dal turismo di massa. Quattro isole, quattro gioielli, uno diverso dall’altro. Grande Comore è nera come la lava, non ci sono fiumi, né sorgenti, eppure è ricoperta di verde, foreste tropicali, con i colori e i profumi dei cocchi e della vaniglia. E’ l’isola più grande dell’arcipelago e la sua capitale Moroni  è una tipica città araba: un nucleo antico sul porto, un mercato molto africano, una medina, un paio di moschee, grandi arcate moresche dovunque. Moheli è la più piccola delle Comore. E’ verdissima, incisa da vallate profonde e da fiumi, coperta da foreste e famosa per le sue leggendarie regine. Anjouan è la più profumata e la più coltivata. Il paesaggio è bello, forse il più vario di tutto l’arcipelago con l’alternarsi di spiagge bianche e montagne verdi. La città principale è Mutsamudu una cittadella edificata alla fine del Settecento. Infine Mayotte, l’unica isola rimasta fedele alla Francia. Come estensione è il doppio di Washington e ha la forma di un piccolo cavalluccio marino a testa in giù. E’ dominata da un vulcano antichissimo circondato da reef, picchi basaltici accidentati, un profilo tormentato di vette e vallate e verdi foreste. E’ la più bassa delle Comore e intorno all’isola si stende la più grande laguna corallina del mondo. E’ proprio sott’acqua che si nasconde la più grande ricchezza di questo arcipelago. Le Comore, infatti, non sono famose per la particolarità della flora e della fauna sulla terraferma ma sott’acqua sono una specie di Jurassic Park. Nel 1938 il conservatore di un museo locale trovò un celacanto in fondo al secchio di un pescatore del posto. Questo pesce fossile preistorico, con pinne simili ad arti e uno scheletro cartilagineo, si credeva scomparso da oltre 70 milioni di anni e la scoperta equivaleva a trovare un dinosauro in vita. Varrebbe la pena di visitare le Comore anche solo per ammirare le sue opere architettoniche. Nel vecchio quartiere arabo si manifestano le origini swahili dei nativi delle isole, con edifici a due piani pieni di arcate, balaustre, imposte e porte di legno meticolosamente intagliate. Questi elaborati edifici sono in contrasto con le bangas, particolarmente diffuse a Mayotte. Le bangas sono fatiscenti baracche costruite dai ragazzini lontano dagli occhi e dalle orecchie dei genitori; ogni banga è decorata in modo diverso, con graffiti e poster, nello stile tipico che contraddistingue gli incompresi e ribelli teenager di tutto il mondo. Qualunque momento dell’anno è buono per visitare le isole Comore. Il clima è di tipo tropicale, con una stagione calda e umida da novembre ad aprile e una stagione secca da maggio a ottobre. Per buona parte dell’anno vi è una temperatura quasi perfetta di 25°C e un delicato profumo di ylang-ylang, chiodi di garofano, cannella e vaniglia aleggia nell’aria trasportato dagli alisei.

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