Non chiedermi che giorno della settimana è. Io non so neanche in che secolo siamo quando ci abbracciamo. Quando ti abbraccio, tengo la mia testa accanto alla tua come per farle prendere luce. E poi domande e risposte. Che profumo hai, che cosa pensi, quando, dove. E pian piano tra le mie braccia e le tue spalle si crea uno spazio morbido, invisibile. Non vorrei mai lasciarlo quello spazio. Ci si sente protetti e compresi. Ci abbracciamo e le mie braccia e le tue braccia sono finalmente una strada che termina nel punto esatto in cui deve terminare. L’abbraccio è un filo che si dipana dal gomitolo del cuore e avvolge due persone. Quando di notte i libri sono chiusi, mi immagino le lettere dormire abbracciate strette. La I con la U, la T con la S, la virgola con i due punti. E chissà se ci sarà qualche lettera che vorrà starsene da sola.. forse la A o il punto di domanda o piuttosto il trattino, stanco di unire sempre qualcosa.

By Fabrizio Caramagna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *