Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal Bambino, perché in lui si costruisce l’Uomo.

Quando si parla del bambino gli animi si raddolciscono, l’umanità intera condivide l’emozione profonda che viene dal bambino.

Il bambino è una sorgente d’amore, quando lo si tocca, si tocca l’amore.

L’educazione comincia dalla nascita.

Il bambino è un corpo che cresce e un’anima che si svolge.

Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo.

Aiutiamoli a fare da soli.

Questo è il nostro dovere nei confronti del bambino, gettare un raggio di luce e proseguire il nostro cammino.

I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi.

Chi tenta di correggere il bambino con la forza e con il peso della propria autorità si accorgerà ben presto di aver fallito nel suo intento. Il bambino risponderà in modo forte, esplicito perfino violento.

L’adulto deve rinunciare anzitutto ad essere verbalmente e praticamente il despota cui il bambino deve obbedienza con la pretesa che la mente infantile si formi secondo un piano stabilito a priori.

L’adulto deve dare e fare quel tanto che è necessario affinché il bambino possa utilmente agire da solo: se fa meno del necessario, il bambino non può agire utilmente, se l’adulto fa più del necessario, e perciò si impone o si sostituisce al bambino, spegne i suoi impulsi fattivi.

La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice.

Quando la mano si perfeziona in un lavoro scelto spontaneamente, e nasce la volontà di riuscire, di superare un ostacolo, la coscienza si arricchisce di qualcosa di ben diverso da una semplice cognizione: è la coscienza del proprio valore.

Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo.

Il gioco è il lavoro del bambino.

L’ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze.

Chi non comprende che insegnare a un bambino a mangiare, a lavarsi, a vestirsi, è lavoro ben più lungo, difficile, e paziente che imboccarlo, lavarlo, vestirlo. Tutto quanto è aiuto inutile, è impedimento allo sviluppo delle forze naturali.

Nel nostro tempo e nell’ambiente civile della nostra società, i bambini vivono molto lontani dalla natura ed hanno poche occasioni di entrare in intimo contatto con essa o di averne diretta esperienza.

La natura si è a poco a poco ristretta, nella nostra concezione, ai fiorellini che vegetano, e agli animali domestici utili per la nostra nutrizione, pei nostri lavori, o per la nostra difesa. Con ciò anche l’anima nostra si è rattrappita.

Spesso, tra bambini e genitori, si invertono le parti. I bambini, che sono degli osservatori finissimi, hanno pietà dei loro genitori e li assecondano per procurare loro una gioia.

La figura del bambino si presenta possente e misteriosa, e noi dobbiamo meditare su di essa perché il bambino, che chiude in sé il segreto della nostra natura, divenga il nostro maestro.

È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza.

I bambini sono così capaci di distinguere fra le cose naturali e le cose soprannaturali, che la loro intuizione ci ha fatto pensare ad un periodo sensitivo religioso: la prima età sembra congiunta con Dio come lo sviluppo del corpo è strettamente dipendente dalle leggi naturali che lo stanno trasformando.

Noi dobbiamo ai bambini una riparazione più che una lezione. Dobbiamo guarire le ferite inconscie, le malattie spirituali, che già si trovano in questi piccoli graziosi figli dei prigionieri dell’ambiente artefatto.

I mali della prima infanzia li portiamo con noi per tutto il resto della vita.

Il bambino è sensibile a un punto estremo, impressionabile in modo tale che l’adulto dovrebbe sorvegliare tutti gli atti e le parole, perché esse gli rimangono scolpite nella mente.

I bambini sono esseri umani ai quali si deve rispetto, superiori a noi a motivo della loro innocenza e delle maggiori possibilità del loro futuro.

Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità….

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BY MARIA MONTESSORI Pedagogista 

Image: Donald & Nicolas

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