Negli stati olotropici la coscienza cambia qualitativamente in modo profondo e fondamentale, ma non è danneggiata come nelle condizioni causate organicamente. Rimaniamo completamente orientati in termini di spazio e tempo e non perdiamo il contatto con la realtà di ogni giorno. Allo stesso tempo il nostro campo di coscienza si dilata e include contenuti di altre dimensioni (quanti) di esistenza in un modo che può essere molto intenso ed anche travolgente. Sperimentiamo, così, simultaneamente due realtà molto diverse, “come se avessimo ciascun piede in un mondo diverso”. Gli stati olotropici sono caratterizzati da grandi cambiamenti percettivi in tutte le aree sensoriali. Quando chiudiamo gli occhi il nostro campo visuale può essere allargato con immagini dedotte dalla nostra storia personale, dall’inconscio individuale e collettivo. Possiamo avere visioni ed esperienze che ritraggono vari aspetti dei regni animali e vegetali, della natura in generale o del cosmo. Le nostre esperienze possono portarci nel regno degli esseri archetipici e mitologici. Quando apriamo gli occhi la nostra percezione dell’ambiente può essere trasformata illusoriamente da proiezioni vivide di questo materiale inconscio (come nei sogni o negli stati meditativi profondi). Ciò può essere accompagnato da una serie ampia di esperienze che impegnano gli altri sensi: suoni, sensazioni fisiche, olfattive e gustative. Le emozioni associate agli stati olotropici coprono uno spettro molto ampio che tipicamente si estende ben oltre i limiti della nostra esperienza di ogni giorno, sia nella loro natura che nell’intensità. Essi possono oscillare fra sentimenti di trasporto estatico, beatitudine paradisiaca (la “pace che oltrepassa ogni comprensione”) ed episodi di terrore abissale, rabbia criminale, disperazione assoluta, colpa atavica e altre forme di inimmaginabile sofferenza emotiva. Forme estreme di questi stati emotivi risultanto del tutto analoghe alle descrizioni dei regni paradisiaci o infernali descritti nelle sacre scritture delle grandi religioni del mondo. Un aspetto particolarmente interessante degli stati olotropici è il loro effetto sui processi di pensiero, pensiero che funziona in un modo significativamente diverso dall’ordinario. Mentre è probabile che non siamo capaci di contare sul nostro giudizio in questioni pratiche e all’ordine del giorno, possiamo letteralmente essere sommersi da informazioni valide e straordinarie su una varietà di aspetti. Possiamo giungere ad una profonda comprensione psicologica concernente la nostra storia personale, dinamiche inconsce, difficoltà emotive e problemi interpersonali. Possiamo anche sperimentare rivelazioni straordinarie che concernono vari aspetti della natura e del cosmo che trascendono di un ampio margine il nostro background culturale ed intellettuale. Comunque le comprensioni più interessanti, che alla lunga divengono disponibili negli stati olotropici, ruotano intorno a questioni filosofiche, metafisiche e spirituali. Possiamo sperimentare sequenze di morte e rinascita psicologiche ed un ampio spettro di fenomeni transpersonali, come sentimenti di unione con le altre persone, con la natura, l’universo e Dio. Potremmo scoprire quelli che sembrano essere ricordi provenienti da altre incarnazioni, incontrare figure archetipiche potenti, comunicare con esseri disincarnati e visitare luoghi mitologici. Esperienze olotropiche di questo genere sono la fonte principale delle cosmologie, mitologie, filosofie e dei sistemi religiosi che descrivono la natura spirituale del cosmo e dell’esistenza. Costituiscono la chiave per comprendere la vita rituale e spirituale dell’umanità, dallo sciamanesimo e dalle cerimonie sacre di tribù aborigene alle grandi religioni del mondo.

Estratto R.Latimer intervista

Dr Stanislav Grof

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