Possiamo definire l’Intento in molti modi, ma la definizione che mi piace di più è questa: “L’intento è l’abilità di essere causativi in modo consapevole”. E fuori dubbio che ogni essere umano sia causativo nella propria vita sin nei dettagli, ma quasi mai lo è in modo consapevole. Acquisire l’abilità di diventarlo consapevolmente lo pone nella condizione di scegliere e decidere in ogni momento ciò che realmente vuole. Ed ottenerlo. Nel libro Infiniti Risvegli ho cercato di spiegare come l’Intento si differenzi dalle normali intenzioni che ogni persona si propone. Le intenzioni sono generate dalla considerazione di più punti di riferimento ed attuate mediante un pensiero logico. Certamente le intenzioni occupano un grande spazio nella coscienza della persona, ponendola di fronte a se stessa ed al mondo, in modo che essa possa determinare il proprio comportamento al fine di giungere alla realizzazione di un pensiero pensato. L’Intento, diversamente, non si serve di alcun punto di riferimento ma, attraverso la pratica e l’allenamento, permette alla persona di raggiungere la meta stabilita servendosi di un’energia illimitata.II “segreto” dell’Intento è proprio il fatto che esso, quando espresso, non incontra più ostacoli dovuti ad incertezze, insicurezze, dubbi, ma, allineandosi all’energia dell’Intento Assoluto, unisce la persona all’oggetto di attenzione.È quindi una “linea diretta” tra la persona e ciò che ella vuole.Nella cultura occidentale esiste una grossa confusione riguardo a quanto sia lecito desiderare e quanto non lo sia. Sin dai primi anni di vita al piccolo uomo viene insegnato ad avere dei buoni propositi ed a realizzare gli stessi mediante il sacrificio. In questa modalità di approccio alla vita, l’influenza del cattolicesimo è stata enorme.Molte persone ritengono che avere un Intento inflessibile costi sforzo e sacrificio, ritenendo che esso sia simile ai buoni propositi. Fortunatamente non è così. L’Intento è un’energia libera, percepibile e maneggiabile da chiunque conosca le metodiche necessarie. Non richiede nessun sacrificio poiché, in quanto energia, esiste indipendentemente dal pensiero dell’essere umano.L’abilità nel manipolare l’Intento consiste prima di ogni altra cosa nel saper percepire la sua propria energia e nel veicolarla.Dai buoni propositi e/o dalle buone intenzioni, la persona difficilmente riesce a passare in modo naturale alla loro realizzazione, perché propositi ed intenzioni sono quasi sempre oggetto di giudizio.Se un proposito viene considerato negativamente secondo la morale acquisita, esso è destinato a fallire. Un esempio: “Mercoledì voglio andare a spasso nei prati”. Nulla di male in questo, ma se mercoledì è una giornata lavorativa, il senso di colpa che la persona proverebbe per non compiere il proprio “dovere”, le impedirebbe di soddisfare il proprio proposito.Vero è che un proposito non necessariamente deve essere realizzato e che può essere cambiato in qualunque momento, ma quando esso si trasforma in un’intenzione, cambiarla o annullarla significa perdere energia, cadere in uno stato di frustrazione e conseguentemente abbassare la stima di se stessi.La Tradizione Tolteca considera l’Intento un’abilità efficacissima a disposizione del guerriero per raggiungere le mete che si prefigge. In questo contesto non si fa nemmeno menzione alla morale o all’etica, poiché è dato per scontato che la vita stessa del guerriero sia inappuntabile sotto ogni punto di vista.Perché una persona possa applicare in modo soddisfacente l’Arte dell’Intento, occorre però che abbia ben chiari i propri obiettivi. Uno stato di confusione, la permanenza nel dubbio o anche la semplice indecisione, saranno di ostacolo alla realizzazione dell’Intento.Ho detto realizzazione dell’Intento e non della meta a cui l’Intento si rivolge.Realizzare l’Intento è la parte più complessa, raggiungere la meta attraverso l’intento è invece la naturale conseguenza.Apprendendo l’Arte dell’Intento, la persona pone subito in opera le tecniche per comprendere prima qual è veramente la meta che vuole raggiungere e poi per percepire l’energia dell’Intento all’interno di sé e dirigerla consapevolmente.La prima parte del lavoro deve essere quindi rivolta ad un’analisi di se stessi, in modo da chiarire quali sono realmente le proprie esigenze e successivamente, mediante una serie di esercizi specifici, imparare a percepire l’energia dell’Intento per poterne fruire a volontà.L’allineamento dell’Intento personale all’Intento Cosmico diverrà allora molto semplice poiché saranno ormai chiare le metodiche e le applicazioni

By E. P.O. Paris

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