L’inezia mentale, conduce alla sonnolenza e al torpore, all’annebbiamento della mente, alla depressione e all’abbattimento. La devozione alla ricchezza e al potere producono l’inquietudine e l’aridità spirituale. Queste forze che volgono dalle bassezze mentali, possono essere senza sforzo stemperate, attraverso la meditazione e le buone azioni karmiche. La meditazione tiene la mente attiva, lucida, attenta e tranquilla. La meditazione è il mezzo attraverso cui si giunge alla consapevolezza indiscriminate, alla conoscenza, alla onniscienza. Attraverso la meditazione si raggiunge la Śamatha, l’abbraccio della mansueta calma interiore, e la Vipaśyanā, la via dell’intuizione che tutto osserva. Con la pratica della meditazione avviene la dissoluzione dei garbugli emotivi, dei bassi istinti e delle poco profonde ideologie. Attraverso l’esercizio della meditazione scaturisce un sentimento di armonia, e d’unità con tutti gli altri esseri. Nasce un’energia morale, serena, nobile e persistente. L’espressione emotiva di questa pratica è la gioia. La calma e la spontaneità assicurano alla mente la libertà dal mondo dei desideri, queste sono le basi della meditazione, che portano al risveglio della consapevolezza. Ogni cosa è legata a qualche altra cosa. Tutto vive un eterno collegamento, che non può essere etichettato o spiegato con la superficiale logica. Nulla è fisso tutto è in movimento. Nulla è stabile per sua propria natura. L’esistenza è un intreccio di avvenimenti, percezioni, desideri, emozioni, correlazioni tra persone e cose. Nell’uomo comune la conoscenza è indiretta, essa proviene dal mondo esterno. Tutti quelli che hanno sviluppato la consapevolezza della loro stessa esistenza, si sono accorti che facciamo tutti parte di un unico disegno. Non bisogna dimenticare che ogni realtà è soggettiva e relativa. Vige il libro arbitrio, così come la condizione evolutiva è in parte una scelta individuale. Il pensiero Orientale ci insegna e ci fa riflettere prima di agire o prima di non agire. Se la mente dimora nel Sé superiore, ossia l’anima, allora ella godrà di felicità continua. I pensieri si sviluppano nella mente, mentre il corpo è immerso nelle tre dimensioni o mondo fisico. Noi rendiamo concreto quello stato magnetico, che attira le correnti simili. Le polarità, le forze o fluidi contrari, si attraggono, mentre i simili si respingono. Così quando nella mente germoglia un pensiero è come se noi, ipoteticamente, l’avessimo già commesso. Com’è noto due polarità, due forze o fluidi contrari si attraggono, mentre quelle simili si respingono. Le correnti della mente attirano i contrari degli stati d’animo del corpo. Mentre i contrari degli stati d’animo del corpo attirano le correnti della mente. Questo vuol dire che quando il nostro stato d’animo ci fa pensare o desiderare intensamente una cosa, inevitabilmente la richiamiamo, ma una corrente contraria alla nostra volontà, si oppone e la respinge. Solamente quando non desideriamo più questa cosa essa ci giunge o si manifesta. Noi stessi realizziamo, quello stato diciamo magnetico che attira le correnti simili. Se un pensiero diventa costante, l’essere che lo crea diventa, con il tempo, la manifestazione del pensiero stesso. Siamo il risultato di ciò che pensiamo, di ciò che mangiamo e di ciò che facciamo o diciamo. I pensieri hanno effetto su di noi, e sull’ambiente che ci circonda. L’individuo che dorme, il non illuminato che si lega alle illusioni della materia, agli attaccamenti, alle discriminazioni, ai pregiudizi, alla negatività e alla distruttiva critica negativa crea l’illusione del Samsāra, il mondo della continua reincarnazione. La realtà del mondo esterno e dunque relativa, essa è mutevole e non ha una sua esistenza autonoma. Nella teoria della mutazione dell’universo, nella meccanica quantistica, tutto dipende da colui che osserva. Colui che osserva cambia le cose.

By Luca Falace

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