Non abbiamo né la forza di opporci agli arrivi né quella di astenerci dal soccorrere coloro che hanno intrapreso la attraversata del mare. Subiamo l’ immigrazione con la stessa rassegnazione che segue ad ogni calamità naturale.. un terremoto, un’ inondazione, roba del genere. Ogni dì giungono nei nostri porti migliaia di disperati che abbiamo strappato alla furia delle onde, sosteniamo spese che non ci potremmo permettere, abbiamo un welfare disponibile e costoso che non riusciamo più a finanziare, ma lo estendiamo a qualunque sfigato clandestino cui garantiamo assistenza sanitaria, medicinali gratuiti, vitto, alloggio e perfino argent de poche. Non ci passa per la mente di stabilire un limite numerico e neppure temporale agli ingressi, cosicché continuiamo a ospitare gente stralunata convinta, erroneamente, che la penisola sia un Bengodi dove tutto è lecito.. se commetti un reato te la cavi con una notte in gattabuia, se vendi mercanzia di sfroso gli addetti all’ ordine pubblico chiudono un occhio o entrambi, se accoltelli un poliziotto dopo 24 ore ti scarcerano, se viaggi gratis sui mezzi pubblici nessuno osa disturbarti. Si è consolidata la convinzione che in Italia sia lecito anche l’ illecito. Pertanto folle di neri si apprestano quotidianamente a mettere piede nella nostra patria considerata terra di nessuno e quindi a disposizione di qualunque malandrino. E di malandrini ci siamo riempiti tra gli applausi e l’ incitamento di amministratori incoscienti, predicatori dell’ ospitalità che giudicano l’ immigrazione salutare per l’ economia interna. Non c’ è verso di mutare mentalità. Il governo è timido di fronte all’ Europa che respinge i profughi anche con le armi, ma obbliga noi a raccattarli nel Mediterraneo e a mantenerli. Non ci ribelliamo nemmeno per scherzo ai diktat di Bruxelles, abbiamo perso orgoglio o forse non l’ abbiamo mai avuto. Non siamo capaci di far valere le nostre ragioni di popolo esausto e impoverito, quindi autorizzato dall’ emergenza a sospendere la attività di salvataggio naufraghi che implica ingenti spese, fuori misura rispetto ai bilanci afflitti dal debito pubblico. È indubbio sia indispensabile dire a chiare lettere che nel giro di una settimana non andremo più verso la Libia per strappare all’ annegamento gli africani, così costoro sapranno che non è il caso di partire. E se partiranno lo stesso confidando nella nostra generosità constateranno che abbiamo esaurito i buoni sentimenti. Non siamo diventati cattivi, applichiamo solamente i principi elementari dell’ istinto di sopravvivenza.. la notizia che l’ Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Polonia hanno inviato una lettera al premier Gentiloni.. esprimendo questo limpido concetto se non sei all’ altezza tu di frenare l’ immigrazione.. veniamo noi con le navi per insegnarti come si fa a scoraggiare gli invasori..

By Vittorio Feltri

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