Deve essere stato un soffio di Vento che ha rubato la morbidezza dei miei anni di bambino. Chissà a chi l’ha donata. Forse a un altro bambino o a un prato di primavera. O forse dopo tanti anni continua a portarla con sé come un tesoro. Se trovassi le vie segrete dei Venti, mi metterei alla ricerca di quel soffio e gli chiederei di restituirmi – anche se solo per pochi istanti – la mia morbidezza perduta. Oggi dal cilindro del mondo è uscito un asso di Vento, un re di aquiloni, un fante di sguardi di giacinti, un dieci di risate di bambini, un sette di serenità. Che lingua parla il Vento? Di che nazionalità è una tempesta? Da quale paese viene la pioggia? Di che colore è un fulmine? Il Vento accarezza l’albero e la montagna, ma chi accarezzerà la sua carezza? Dice il Vento.. oggi possiedo cento prati di cento margherite, tre cime da cui spazzo delicatamente la neve, un campanile e una nuvola a forma di drago che porto a spasso nel cielo, domani chissà. Gli uomini invece vogliono possedere le cose per sempre, e non si accorgono che le cose possedute ti entrano nell’anima e poi te la fanno scoppiare. Viene il Vento. Qualcuno tra gli alberi del mondo lo ha invitato e non sapremo mai chi..

 

By Fabrizio Caramagna

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