Se vorrete occuparvi di studiare le molteplici religioni del mondo, troverete che il maggior numero di esse, se pure non tutte, pone dinanzi allo sguardo di ogni cultore una ricompensa che lo alletti, che lo spinga a fare il bene: a praticare il bene per raggiungere il Paradiso, ad evitare il male per sfuggire all’altro regno. Vedrete che, in ogni famiglia, la madre dice al suo bimbo che egli deve essere buono allo scopo (sempre “allo scopo”) di acquistare qualche cosa. Se farà del male egli sarà punito, se invece le sue azioni saranno buone, avrà una ricompensa. Insomma, si tratta sempre di un premio dell’apprezzamento dei meriti, oppure, contrariamente, di uno stato di sconforto e di castigo. In altre parole si dice: “Se sarete buoni avrete la speranza di raggiungere il regno del Paradiso; se sarete malvagi avrete la certezza di andare al regno dell’Inferno”. In ogni caso, si mette avanti un “allettamento” al bene agire e, come a fanciulli, ci vien detto ciò che dobbiamo fare per pervenire al conseguimento. Né diversa da quella insegnata dalle religioni è la filosofia che si effettua nella vita giornaliera e che traspare dalla nostra letteratura, dalla nostra attitudine mentale e dalle opere nostre. La società richiede da noi la pratica del bene, ed in caso diverso infligge a noi minacce e castighi. Ed ora, simile alla fresca brezza che, scendendo dalla montagna, vada a temperare l’arsura del piano, giunge a noi una Verità nuova, una nuova concezione della Vita, un nuovo scopo, una nuova estasi, e tale Verità è la seguente: “Dovete praticare il bene per il bene medesimo” e non già allo scopo di ricavarne qualche vantaggio personale, non perché sia riconosciuto un vostro merito, non per riceverne una ricompensa, ma perché la pratica del bene è il più alto indirizzo da seguire. Pensare nobilmente, sentire nobilmente, vivere nobilmente, e ciò per il bene e per il valore della cosa stessa, costituisce la più grande verità, il più grande allettamento (se pure può esservi qui bisogno di allettamento), il più grande incoraggiamento (se incoraggiamento è necessario), il più grande stimolo, suscitando in ognuno di noi la spinta, il proponimento di fare il bene per il bene stesso e non col pensiero di un qualche avvenire fatto per vivere felici. Dimenticate le Sette, le Società, gli Ordini; dimenticate tutte queste cose onde effettuare il nostro desiderio, onde far sì che esso divenga sempre più intenso, più elevato, più perfetto: nella elevatezza, nella nobiltà, nella perfezione si compendia il Regno della Felicità. Per pervenire a questa certezza di intento, dobbiamo avere quella incertezza dalla quale nasce la certezza suprema. Se cerchiamo con fervore, con proposito fermo e costante, conseguiremo, diverremo Maestri della Verità, diverremo degli Dei in esilio. Dobbiamo mettere alla prova le nostre azioni, le nostre credenze, i nostri ideali, ed i nostri pensieri da questo punto di vista e da nessun altro. In altre parole, dobbiamo saggiare e giudicare i nostri pensieri, le nostre credenze, i nostri ideali in base al merito loro, proprio alla luce di questa Verità e non attenerci a qualsiasi altra considerazione, a qualsiasi stimolo che possa incoraggiarci, né a qualsiasi incoraggiamento che possa eventualmente allettare uno qualunque di noi. Se le nostre credenze sono basate, fondate in modo tale da crollare alla luce di tale Verità, allora ognuno di noi deve mettersi a ricostruire la casa, spostandola sopra un terreno più solido, scavandone più profonde le fondamenta; così potremo mantenerci saldi, così il nostro edificio potrà reggersi senza puntelli, sfidando tutte le alluvioni, tutti gli uragani del mondo. E quando, da quella incertezza, cercate di scoprire la suprema certezza, troverete che la Verità, per se stessa, è ben degna di essere acquistata a prezzo di lotte, di sofferenze, degna di essere raggiunta: e quando l’avrete raggiunta, voi creerete tutte le cose alla stregua della Verità. Attualmente, appunto perché non avete trovato la Verità, voi costruite nell’ombra dell’immagine della creazione falsa, immagine che è incerta; ma, non appena conoscerete la Verità, incomincerete a costruire nell’ombra dell’immagine della Verità.

 

By Krishnamurti

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