Le emozioni rappresentano il tema più rilevante della medicina moderna. Stiamo vivendo una nuova era del paradigma medico e un profondo cambiamento nella cultura sanitaria. Oggi conosciamo con precisione la fisiologia delle emozioni e i devastanti effetti che ignorare il ruolo che la psiche gioca nei processi di guarigione a livello sanitario può produrre. Moltissime ricerche di neurofisiologia e neuroimaging hanno evidenziato che le emozioni sono eventi fisiologici con precise basi neurobiologiche e precisi percorsi di scarico a livello somatico, con altrettanti effettori a livello ormonale, enzimatico, neurotrasmettitoriale. In parole semplici questo significa che, ogniqualvolta un’emozione viene evocata nel nostro sistema, essa si traduce in una cascata di ormoni, citochine, neurotrasmettitori che dialogano con recettori posti sia sul sistema endocrino sia nervoso fino al sistema immunitario, dunque le emozioni sono effettivamente un ponte tra il mondo impalpabile della psiche e quello fatto di carne, ossa e sangue del soma. Emozioni represse e malattia… Quando le emozioni vengono represse, si traducono in sintomi somatici e la salute globale dell’individuo può restarne coinvolta, in qualsiasi sistema, respiratorio, cardiovascolare, osteoarticolare e muscolare, gastroenterico, genitale, neurologico, dermatologico e così via… Le emozioni represse giocano un ruolo rilevante anche nell’incrementare il rischio di mortalità e l’insorgenza di patologie tumorali. Oltretutto il nostro cervello non è una struttura omogenea, ma presenta al suo interno diversi sistemi con precise organizzazioni anatomiche e funzionali, tra cui il cervello emotivo, rappresentato dalle strutture del sistema limbico.. un cervello più antico, che condividiamo con tutti i mammiferi, che non utilizza le parole e il pensiero al pari della corteccia cerebrale, ma bensì le sensazioni, le percezioni fisiche e le immagini e lavora a livello inconscio. Per questo è nata una nuova medicina, che fa appello più all’intelligenza del corpo che al linguaggio e ha cambiato il modo di vedere la malattia fisica, così come quello di fare psicoterapia, perché si è scoperto che la cura dei processi emozionali del paziente si dimostra risolutiva o altamente migliorativa in tutti i casi. La PsicoTerapia Intensiva Dinamica Breve.. Tra i trattamenti che si focalizzano sulle emozioni, la ISTDP riveste un ruolo di primo piano: la brevità e l’efficacia, scientificamente dimostrate da numerose ricerche, sono le caratteristiche principali di questo approccio. Il modello terapeutico ISTDP, creato dallo psichiatra Habib Davanloo a partire dagli anni ‘70, più di ogni altro facilita la rapida risoluzione di un ampio spettro di disturbi fisici, emotivi e relazionali. Le emozioni negative, spesso intrappolate in un nucleo conflittuale, che con il tempo diviene patogeno, vengono mobilizzate sin dalle prime ore di seduta, generando frequentemente un immediato sollievo e una riduzione anche istantanea di numerosi sintomi. I risultati di questo tipo di intervento terapeutico sono davvero sorprendenti, come attestano le ricerche del prof. Allan Abbass, ad oggi uno dei massimi esponenti del metodo, ricercatore e direttore del Center for Emotions and Health alla Dalhousie University in Halifax in Canada… Un salto quantico nella consapevolezza di sé.. La persona appare immediatamente sollevata, il corpo leggero, la coscienza illuminata da quello che è un vero e proprio salto quantico di consapevolezza di sé che Davanloo dichiarò: “con mio stupore cominciavo a vedere che la nevrosi si dissolveva davanti ai miei occhi”. Il paziente tornava alla seduta successiva cambiato, trasformato da un individuo gravemente autodistruttivo in un essere umano presente a sé, capace di instaurare relazioni autentiche, di far fronte alle difficoltà e di ottenere soddisfazioni e piaceri. Nel modello ISTDP il paziente giunge a toccare i contenuti emotivi fino ad allora sepolti in profondità e che, in quanto repressi, hanno dato origine alla sintomatologia che lo affligge. Autorevoli studi dimostrano come l’ISTDP risulta essere efficace con problematiche quali disturbi depressivi, somatizzazioni, attacchi di panico, disturbi d’ansia, disturbi ossessivi, disturbi di personalità, disturbi fobici e tutti i sintomi fisici legati a qualsiasi tipo di patologia organica, anche cronica, grave e degenerativa o ritenuta inspiegabile.  L’ISTDP si pone l’obiettivo di rendere prima consapevole il paziente e poi di superare i processi per lo più inconsci che tengono sepolti i suoi sentimenti da venti, trenta o quarant’anni. Questo significa una focalizzazione sulle emozioni che il paziente prova e una chiarificazione delle modalità con cui blocca sia le emozioni sia il contatto con il terapeuta durante il trattamento. Esperite tali emozioni, saremo testimoni visivi del rilascio di tensione, ansia, di sintomi fisici e delle difese, e di uno straordinario e toccante processo di cura nel quale le emozioni evitate saranno infine fisiologicamente sperimentate, rivissute nella verità del corpo e del sentire ed elaborate in un’esperienza di relazione emozionale paziente-terapeuta profondamente riparativa e umanamente straordinaria. Autorevoli studi dimostrano che la ISTDP è in grado di attivare sia processi nella corteccia sia nel sistema limbico, così come mobilitare i cervelli di cuore e intestino, e l’azione ansiolitica e rilassante del nervo vago. La ricerca e la pratica clinica dimostrano chiaramente che l’ansia e le emozioni conflittuali sono legate tra loro.. l’ansia ha ragion d’essere in quanto vi sono emozioni di carattere conflittuale che spingono verso una via di uscita. In altri termini, l’ansia si fa viva esattamente quando avremmo bisogno di esperire delle emozioni, coprendole…

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