Quando i tre Magi videro spuntare in Oriente la stella miracolosa,
sollecitarono i preparativi per andar a render omaggio al divino infante.
Melchiorre e Gaspare fecero caricare parecchi cammelli di oro, incenso e mirra;
ma il re Baldassarre non sapeva risolvere il da farsi.
Egli era padre di parecchi bambini , che giocavano sui ricchi tappeti sotto la tenda di porpora;
bei fanciulli dalla carnagione dorata e dagli occhi neri; il suo orgoglio insomma, la sua gioia.
E, guardandoli pensava, con maggior tenerezza dei suoi compagni, al povero re appena nato:
il quale per culla non aveva che un po’ di paglia nella stalla di Betlemme.

– E’ un Dio, – pensava il buon re Baldassarre – ma è un bambino.
Come si potrebbe onorarlo degnamente ? –
Riflettè a lungo il brav’uomo, fissando i figlioli,
di cui il maggiore addentava, un grosso fico seccato al sole;
il secondo succhiava una chicca di miele; la terza, una graziosa bambina,
con atto materno, cullava fra le braccia una bambola
vestita, come lei, di seta bianca ricamata in oro.
A quella vista, il re alzò il capo con un sospiro di soddisfazione e si mise a preparare i suoi doni.
Un cammello, uno solo, fu caricato di oro e di profumi.
Su cento altri fu posta una soma ben diversa:
fichi, datteri, miele, dolci squisiti, conserve deliziose, giocattoli meravigliosi.
Quando tutto fu all’ordine, la carovana, si mise in moto.
Dinanzi marciavano i Re Magi, con la corona in testa.
Seguivano gli schiavi con la lunga fila dei cammelli;
chiudeva il corteo una numerosa schiera di ufficiali, ministri, ecc.
Per molti giorni e molte notti, la brillante comitiva, viaggiò attraverso il deserto,
offrendo un magnifico spettacolo così alla luce ardente del sole, che al mite raggio della luna. Guidati dalla stella rivelatrice, i tre Re giunsero finalmente a Betlemme, dove i pastori li avevano preceduti, recando pur essi i loro doni.
Presentatisi al divino fanciullo, si curvarono ad adorarlo, e deposero ai suoi piedi,
fra mezzo agli agnellini e alle bianche colombe già offerte a Gesù,
le ricchezze portate seco dall’Oriente.
Ma il buon re Baldassarre, il padre tenero dei suoi bambini, volle baciare le manine al fanciullo divino e presentargli lui stesso un bel fantoccio, per vederlo sorridere.
Gesù stese le mani verso il giocattolo.
Un Dio però non è un fanciullo come gli altri.
Egli si mostrò lieto, per far lieto il buon re; ma il giocattolo non era per lui.
Altre cure, altri pensieri germogliavano in quella testa di bimbo.
E però, narra la leggenda, che tutti i doni furono messi da parte – nessuno può dir dove – ma non si esauriscono mai; e i Magi vanno ogni anno a prenderne per empire le scarpette dei bimbi buoni e felici.
I quali, a loro volta, imitando l’esempio del buon re Baldassarre,
ne danno parte ai bimbi poveri, cui spesse volte la paglia serve da letto.

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By Tratto Da “ Il Lieto Fine “
Letture illustrate per i fanciulli
del 1894

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