Il primo Chakra del Radice si trova alla base della colonna vertebrale, all’altezza dell’osso sacro. Muladhara significa “radice” e rappresenta il nostro radicamento, il nostro istinto di sopravvivenza, il bisogno di sicurezza, ed è collegato al soddisfacimento dei nostri bisogni primari, come avere una casa, un lavoro, procurarsi il cibo. Il suo colore è il rosso, ovvero il colore della forza e dell’energia pura. L’energia di Muladhara è associata alle ghiandole surrenali, ed è responsabile della salute di gambe, piedi, ano, retto, intestino grasso e coccige. Un blocco del primo chakra potrebbe manifestarsi con una sensazione di insicurezza, scarsa fiducia in se stessi, apatia, eccessiva preoccupazione e paura di perdere ciò che ci da sicurezza e senso di benessere. Si può anche manifestare con eccessi di rabbia, aggressività, collera, gelosia, violenza o atteggiamento difensivo. All’opposto, se l’energia di questo chakra è iperattiva, si corre il rischio di riconoscersi eccessivamente attaccati ai beni materiali, e restii a dare o donare qualcosa. Oppure si è troppo rigidi e ostili ai cambiamenti. Gli asana per stimolare l’energia di Muladhara sono quelli che lavorano con i piedi e le gambe.. Sumshumna, (il canale energetico principale), rappresenta infatti la nostra connessione tra terra e cielo, e le gambe sono le radici che fanno da tramite.

In sanscrito Svadhisthana significa “dolce”. E’ il Chakra Sacrale, e si trova all’altezza dei genitali. La sua energia rappresenta le cose dolci della vita, la capacità di provare emozioni come il desiderio, il piacere, la sessualità e la creatività fisica. Il suo colore è l’arancione: simbolo di emozioni positive, successo e armonia interiore. L’energia di Svadhisthana è associata alle gonadi (ovaie per le donne, testicoli per l’uomo), ed è responsabile della salute di genitali, reni, vescica, prostata, sistema circolatorio, denti, e ossa. Un blocco del secondo chakra potrebbe manifestarsi in una chiusura nei confronti della “sensualità” della vita, generando una sorta di difficoltà nel provare stati di gioia. Gelosie, paure, desideri inappagati e ossessivi, impotenza e frigidità possono essere la manifestazione di un blocco di questa energia. Quando invece l’energia di questo chakra è in eccesso, può condurci alla ricerca ossessiva del piacere, anche e soprattutto a livello sessuale. Gli asana migliori per questo chakra, sono quelli che lavorano con i fianchi ed il bacino, in quanto è proprio in questa zona del corpo che si trova Svadhisthana e le relative ghiandole ad esso associate. Questo centro energetico è associato all’elemento acqua, il che lo rende responsabile della regolazione dei liquidi nel corpo. La circolazione della sua energia, proprio come l’acqua, riesce ad adattarsi ad ogni superficie, e ci permette di fluire con la vita e adattarci ai cambiamenti.

Manipura può essere tradotto come “città del gioiello”, ed è il Chakra del Plesso Solare, che si trova all’altezza dell’ombelico. Questo chakra rappresenta l’individualità e la percezione di se stessi. E’ la sede della determinazione, della forza di volontà, del potere personale e della fiducia in sé. Il suo colore è il giallo: simbolo di energia, della luce del sole e della conoscenza. La ghiandola endocrina associata a questo chakra è il pancreas, che è responsabile dei processi digestivi, in quanto regola le funzioni di stomaco, fegato, milza e cistifellea. Quando il chakra del plesso solare è chiuso o bloccato, si possono percepire sensazioni legate alla perdita di autostima e scarsa fiducia in se stessi. Al contrario, quando l’energia di questo chakra è in eccesso, si potrebbe percepire un desiderio sfrenato di potere, un’eccessiva arroganza o sicurezza di se stessi, e ci si potrebbe riconoscere poco o per nulla disposti ad ascoltare l’opinione altrui. Gli asana migliori che lavorano con questo centro energetico sono quelli che utilizzano gli addominali. E’ proprio in questa zona del corpo, chiamata anche plesso solare, che risiede l’energia di Manipura, associata all’elemento fuoco e responsabile delle funzioni digestive.

Anahata è il Chakra del Cuore, e rappresenta il centro dell’intero sistema energetico dei chakra. Anahata collega i tre centri inferiori, legati maggiormente agli aspetti materiali, con i tre chakra superiori, di tipo più mentale e spirituale, legati all’intuizione e al pensiero. La funzione di questo centro energetico è quella che ci dona la capacità di esprimere amore puro e incondizionato. Il suo colore è il verde, simbolo di equilibrio, compassione, armonia, amore per la natura, salute e depurazione. La ghiandola endocrina associata a questo chakra è il timo, e questo centro energetico regola le attività dei polmoni, cuore, sistema circolatorio e respiratorio. La chiusura o il blocco di questo chakra può manifestarsi con l’incapacità di esprimere amore, e  con il rifiuto di ricevere manifestazioni di affetto, o di farsi toccare. Quando l’energia di questo chakra è in eccesso, si corre il rischio di identificarsi eccessivamente con il dolore degli altri, e soffrire così intensamente da risultare emotivamente compromessi e troppo dipendenti.Gli asana migliori per riequilibrare le energie di Anahata sono quelli di “apertura” del torace

Vishuddha è il nome sanscrito del Chakra della Gola, e significa: “puro”. Questo chakra si trova all’altezza delle gola, e rappresenta la capacità di esprimere ciò che si ha dentro, la comunicazione e la creatività. Il suo colore è l’azzurro, simbolo di verità, purezza, pulizia e tranquillità. La ghiandola endocrina associata a questo chakra è la tiroide, e questo centro energetico regola le attività di gola, collo, bocca, denti, mandibola, udito, esofago, parte alta dei polmoni, braccia.Un blocco del quinto chakra può manifestarsi nella difficoltà ad esprimere le proprie idee, blocchi della creatività, eccessiva timidezza. Quando, al contrario, l’energia di questo chakra è in eccesso, non riusciamo a controllare le nostre parole, parliamo troppo e a vanvera, senza analizzare il senso di quello che diciamo. Gli asana migliori per questo chakra, sono quelli che lavorano con il collo e le spalle, proprio perché è li nel mezzo che si trova Vishuddha. La sue energia è associata all’elemento etere, ed è il primo dei chakra considerati “superiori”, quelli più legati all’aspetto mentale. E’ legato anche alla nostra capacità di comunicazione…. non a caso, quando abbiamo difficoltà ad esprimere ciò che abbiamo dentro, proviamo un “nodo alla gola”.

Il sesto chakra è localizzato al centro della fronte; il suo nome in sanscrito è Ajna, significa conoscere, percepire ed anche comandare, nel senso di avere il comando sulla nostra mente. Ajna è chiamato anche il Chakra del Terzo Occhio, cioè quell’occhio non fisico che è in grado di percepire la realtà più profonda dell’esistenza. La sua funzione è l’intuizione e la visione. E’ qui che hanno sede l’immaginazione creativa, le capacità intellettuali, e la memoria. Il suo colore è l’indaco, simbolo di saggezza, di conoscenza e di misticismo. Il chakra del terzo occhio è associato all’ipofisi, la ghiandola adibita al controllo del sistema ormonale. Le parti del corpo ad esso associate sono cervelletto, sistema nervoso, sistema ormonale, occhi, orecchie, naso e seno paranasale. Quando il chakra è in carenza, si fatica a fidarsi del proprio intuito, a mantenere la concentrazione o a ricordare le cose. Si può manifestare come un eccesso di razionalità, che determina la difficoltà di vedere e immaginare la realtà in modo diverso da come la si percepisce. Quando, al contrario, la sua energia è in eccesso, risucchia l’energia dei chakra inferiori e vengono quindi a mancare senso di radicamento e di stabilità. Gli asana migliori per riequilibrare questo chakra sono quelli maggiormente legati all’aspetto mentale, come gli esercizi di visualizzazione, concentrazione, o la meditazione. Il palming è un’ottima tecnica per prendersi cura di Ajna, in quanto aiuta a rilassare la vista e stimola l’energia del terzo occhio.

Il settimo chakra Sahasrara o Chakra della Corona si trova sulla sommità del cranio e significa “mille volte”. La sua funzione è il collegamento spirituale, ed è il centro della spiritualità e della fede. A prescindere da quale sia il nostro credo religioso. Serve per metterci in relazione con la nostra parte spirituale, e, quindi, al divino. E’ una spiritualità che trascende la religione, è piuttosto uno stato dell’essere, che va oltre il mondo fisico e crea nella persona un senso d’interezza, dando scopo alla nostra vita e creando un contesto più ampio in cui collocare la nostra esistenza. L’attivazione di questo chakra implica l’apertura a nuovi modelli di pensiero, e a fonti di saggezza e conoscenza nuove e mai esplorate prima. La sua energia ci aiuta ad abbandonare il passato, lasciandoci alle spalle eventi o traumi, e ci insegna a riconoscere le nostre responsabilità. Il suo colore è il viola, tradizionalmente associato alla ricchezza spirituale e alla maestà. Il chakra della corona è associato alla ghiandola pineale, un centro che, nel nostro corpo, regola il ritmo sonno-veglia, fame-sete e la temperatura corporea, oltre che stimolare l’ipofisi a produrre ormoni. Una chiusura o una carenza di Sahasrara comporta un impedimento al flusso energetico lungo il cammino della coscienza, e si manifesta come difficoltà nell’apprendimento e nella concentrazione, oppure con un senso di chiusura e ostilità verso nuove informazioni o punti di vista. Un’ altro tipico “sintomo” di un settimo chakra carente è lo scetticismo spirituale, ossia la convinzione che non esista nulla al di fuori del mondo tangibile. Quando la sua energia è in eccesso, può portare ad un eccesso di dipendenza spirituale, può spingere a  perdere il contatto con il proprio radicamento e le proprie emozioni, perché viene sottratta energia ai chakra inferiori. Gli asana migliori per riequilibrare questo chakra, sono quelli grazie ai quali  si riesce a trascendere il corpo dalla mente, ovvero quello stato in cui si riesce, anche solo per qualche secondo, a non percepire più il proprio corpo, provando una profonda sensazione di pace e rilassamento…

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