I Tre Gioielli – Buddha, Dharma e Sangha – sono elementi fondamentali nel Buddhismo. Thich Nhat Hanh, in questo brano, ci spiega perché possono costituire un valore universale valido per chiunque. Prendo rifugio nel Buddha, colui che mi indica la strada in questa vita. Prendo rifugio nel Dharma, la via della comprensione e dell’amore. Prendo rifugio nel Sangha, la comunità che vive in armonia e in consapevolezza. Nel buddhismo, prendere rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha è una pratica fondamentale: si tratta di valori universali che vanno al di là di ogni differenza di casta e di cultura. Quando eravamo nel grembo di nostra madre ci sentivamo al sicuro, protetti dal calore, dal freddo, dalla fame e da altre difficoltà. Cercare un rifugio significa cercare un luogo sicuro come quello, sul quale fare affidamento. Per i buddhisti, il termine “fede” (śraddhā) non significa accettare una teoria a scatola chiusa: il Buddha stesso ha incoraggiato a verificare di persona. Prendere rifugio nei Tre Gioielli, quindi, non è fede cieca, ma è il frutto della pratica. All’inizio il nostro Buddha potrebbe essere un libro che abbiamo letto, il nostro Dharma qualche frase incoraggiante che abbiamo sentito dire e il nostro Sangha una comunità che siamo andati a trovare una volta o due. Poi, se abbiamo continuato a praticare, il Buddha, il Dharma e il Sangha ci si rivelano più pienamente. La fede è importante per tutte le religioni. Alcuni dicono: «Se crediamo in Dio e poi salta fuori che esiste davvero, siamo salvi; se poi non esiste, non abbiamo perso niente». I teologi parlano di “salto nella fede”, come un bambino salta giù da un tavolo nelle braccia del suo papà: il bimbo non è sicuro al cento per cento che il papà lo prenderà al volo, ma ha abbastanza fede in lui da saltare lo stesso. La nostra fede di buddhisti è concreta, non cieca, non è un salto; è formata dalla nostra comprensione risvegliata e dalla nostra esperienza. Prendendo rifugio nel Buddha, noi esprimiamo fiducia nella nostra capacità di avanzare in direzione della bellezza, della verità e della comprensione profonda, fiducia basata sulla nostra esperienza dell’efficacia della pratica. Prendendo rifugio nel Dharma, ci incamminiamo sul sentiero della trasformazione, il sentiero che conduce all’eliminazione della sofferenza. Prendendo rifugio nel Sangha, focalizziamo le nostre energie sulla costruzione di una comunità che dimori nella consapevolezza, nell’armonia e nella pace. Quando tocchiamo di persona questi Tre Gioielli e sperimentiamo la loro capacità di generare trasformazione e pace, la nostra fede si rafforza ancora di più. I Tre Gioielli non sono concetti, sono la nostra vita. I praticanti cinesi e vietnamiti dicono sempre: «Torno a me stesso e mi affido al Buddha che è in me». Quell’aggiunta “che è in me” chiarifica che noi stessi siamo il Buddha. Quando prendiamo rifugio nel Buddha, dobbiamo anche comprendere che «Il Buddha prende rifugio in me». Senza la seconda frase, la prima non è completa. C’è un verso che possiamo recitare quando piantiamo un albero o una pianticella: Mi affido alla Terra, la Terra si affida a me. Mi affido al Buddha, il Buddha si affida a me. Piantare un seme o una pianticella significa affidarli alla terra: la pianta vivrà o morirà a seconda della qualità della terra. Ma la terra stessa si affida alla pianta: ogni foglia che cade e si decompone aiuta il terreno a rimanere vivo. Quando prendiamo rifugio nel Buddha, affidiamo noi stessi al terreno della comprensione e il Buddha affida se stesso a noi per manifestare quella comprensione, quell’amore e quella compassione che lo mantengono vivo nel mondo. Ogni volta che sento qualcuno recitare: «Prendo rifugio nel Buddha», sento anche: «Il Buddha prende rifugio in me».

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By Thich Nhat Hanh

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